Il mondo di Greta Larosa


di Nicolò Occhipinti

A soli 21 anni, Greta Larosa ci meraviglia con le sue delicate immagini e con la capacità di esprimere efficacemente sensazioni di solitudine, disagio ma allo stesso tempo di serenità. Un’arte appresa in un tempo incredibilmente breve.

In soli tre anni hai già sviluppato notevoli capacità fotografiche. Come hai imparato?
Mi sono avvicinata alla fotografia per caso, ho iniziato seguendo un corso in cui ho appreso le basi generali, da come impostare la macchina, alle inquadrature, a come gestire la luce. Quando ho terminato la scuola superiore, mi sono sentita finalmente libera di potermi dedicare a questa nuova passione. Studiavo semplicemente per divertimento, mi piaceva fotografare e lo facevo esclusivamente per me stessa. Ho letto molti libri: sulla storia della fotografia, sui suoi vari generi e sui suoi più grandi esponenti. Ho imparato molto osservando gli scatti dei più grandi, cercando di capire come lavorassero e cosa cercassero di trasmettere. Credo che in un’arte come la fotografia arricchirsi costantemente sia fondamentale.

Perché hai scelto come genere fotografico il ritratto fine-art?
Non ho mai chiesto a me stessa a quale genere avrei voluto dedicarmi, è venuto da solo. Sono sempre stata una persona molto emotiva. Prima di dedicarmi alla fotografia suonavo all’interno di un’orchestra. Ho sempre cercato un modo di esprimermi attraverso l’arte e la fotografia ha dato voce alle mie parole.
Nella vita cerco costantemente qualcosa che mi emozioni: nell’arte, nei rapporti umani, nei luoghi e negli attimi di vita quotidiana. Sono una persona molto allegra e non mi è facile parlare delle mie debolezze, ma con la fotografia ho trovato un modo per farlo. Quindi, come spiegavo all’inizio, la fotografia fine-art è venuta da sola. Ho iniziato a creare questi scatti, ma solo dopo tempo ho capito a quale genere appartenessero.

Che cosa significa fotografare per te?
Come spiegavo prima, per me fotografare significa trasmettere le mie emozioni, ma non è soltanto questo. La fotografia è diventata una parte essenziale della mia vita. Ho imparato molto a livello personale e sono cresciuta. Grazie ad essa sono riuscita a correggere alcuni difetti del mio carattere, prima di iniziare ero una persona molto timida, ma sono stata costretta ad affrontare questo problema perché ogni giorno dovevo incontrare persone nuove e quindi lavorare su questa mia debolezza, fino a diventare la ragazza chiacchierona che sono oggi. Se qualcosa non va, la fotografia è la mia salvezza. Quel momento in cui sono solo io e non ho bisogno di nessun altro.
Fotografare mi ha dato la forza di rialzarmi in qualsiasi situazione. Ho 21 anni e vivo nell’epoca delle incertezze, avere qualcosa a cui potermi aggrappare ogni volta che mi sento fragile è meravi­gliosamente rassicurante.

Ci racconti come procedi nella realizzazione dei tuoi shooting?
Prima di tutto parto dall’idea e decido quale sarà il mood. Abiti e location sono fondamentali per i miei scatti. Seguo uno stile preciso e questi due fattori devono sempre concordare. Cerco di lavorare in location che conosco o che ho visitato nei giorni precedenti lo shooting, per studiare come valorizzarla al meglio e per ottimizzare i tempi. Una volta accordati questi due fattori cerco una modella che rispetti determinati canoni. Mi piacciono molto i visi puliti, quasi struccati quindi non sempre richiedono l’aiuto di una truccatrice.

Pepi Merisio diceva: “Quando faccio una fotografia non ragiono, anche se ti posso concedere che ho ragionato prima”. Ti ritrovi quindi in questa affermazione?
Condivido pienamente questa frase. Scelgo molto dettagliatamente le caratteristiche dei miei lavori, ma una volta iniziato a scattare libero la mente e lascio che le cose accadano. Suggerisco le pose che ritengo più appropriate al messaggio che voglio trasmettere, ma tutto in modo molto naturale, senza dover riflettere troppo.
Stesso criterio vale per le regole fotografiche, bisogna impararle cosi bene da averle dentro, senza doverci riflettere molto in fase di scatto.

Quali obiettivi usi maggiormente?
I miei due obiettivi principali sono un 50mm f/1.8 e un 24-105 canon f/4.
Prediligo il 50 mm per la sua focale bassa, che mi permette di sfocare molto ciò che è intorno al soggetto e di ottenere dei colori molto più delicati e meno saturi.

Come individuii e selezioni le modelle?
Per quanto riguarda i miei progetti personali non ho richieste elevatissime, spesso sono amiche o conoscenti. Invece per quanto riguarda I lavori un po più complessi richiedo le modelle alle agenzie o le contatto sui social network.

Ti occupi tu direttamente dello styling?
Si, spesso utilizzo abiti che compro online o in negozi particolari, oppure collaboro con stilisti o brand emergenti che mi regalano I loro prodotti in cambio di un po di pubblicità sui miei social network.

Quali mezzi usi per promuovere i tuoi lavori? Quale ti risulta essere più efficace?
Ho iniziato utilizzando le pagine di Facebook che mi hanno sempre portato molta visibilità, ma a luglio 2016 ho iniziato a pubblicare i miei lavori anche su instagram e ho notato l’enorme differenza di visibilità.

Riesci già a guadagnare coi tuoi scatti, o al momento lo fai soprattutto per tuo piacere personale?
All’inizio era solo un piacere, finita la scuola infatti ho iniziato a lavorare all’interno di un supermercato e con la fotografia riuscivo a ricavare un guadagno extra.
Da circa un anno è diventato il mio unico lavoro, con cui riesco a mantenermi e ad essere felice. Lavoro dalle 6 alle 8 ore, con un giorno di festa a settimana che varia in base agli impegni. In realtà i giorni in cui stacco veramente sono meno di uno a settimana perchè anche nelle giornate di festa dedico qualche ora alle email, alle pubblicazioni dei post e alle chiamate per organizzare I lavori futuri; ma tutto questo non mi pesa assolutamente perchè amo follemente il mio lavoro.

Come ti immagini fra un paio di anni?
Ho molti progetti per il mio futuro, ma devo ancora chiarirmi le idee. Un anno fa non avrei mai immaginato di raggiungere così tanti piccoli traguardi in cosi poco tempo, quindi ora non so come immaginarmi tra un paio d’anni e non so come sarà il mio futuro. Tutto ciò che chiedo è di continuare ad essere felice come lo sono oggi, di poter girare il mondo con le mie fotografie, continuando ad amare costantemente il mio meraviglioso lavoro.

LEGGI L’INTERVISTA COMPLETA SUL N. 12/2017 DI RIMLIGHT MODELS & PHOTOGRAPHERS MAGAZINE handright-22