Mauro Lorenzo: l’armonia tra architettura e moda


di Nicolò Occhipinti

Ricerca e sperimentazione su forme, colori e concetti, elementi architettonici e trend commerciali. È lo stile del fotografo di moda Mauro Lorenzo.

Come nasce la tua passione per la fotografia?
Nasce dall’ambiente in cui sono cresciuto, da una forza di volontà alcune volte sopra le righe e da un pizzico di casualità. Sono stato influenzato da mio padre, ex insegnante di storia dell’arte e grande amante della pittura e dell’arte a 360 gradi, e da mio nonno pittore, visionario e sperimentatore. E già a 16 anni, un’esperienza con un grande team di produzione fotografica mondiale, conosciuto tramite mio cugino, mi ha acceso un fuoco per la fotografia di moda.

Chi sono stati i tuoi maestri?
Primo su tutti, Hervè Haddad, noto fotografo di moda di Parigi che ha scattato per marchi come Lanvin, Louis Vuitton e per magazine come Vogue: è stato il mio mentore nella primissima fase formativa. Inoltre, Kristian Schuller, che con la sua visione teatrale mi aiuta l’osservazione nel nel colore e nella tecnica fotografica sul “movimento e le lunghe esposizioni”; David LaChapelle, che con la sua visione fotografica mi regala spunti innovativi, fantastici, surreali, complessi e mai scontati o banali ; e poi Giampaolo Sgura, Tim Walker, Richard Avedon, Steven Meisel, Steve McCurry, Paolo Roversi a Steven Klein.

Cos’è per te la creatività?
Mi piace pensarla come quel mix tra storia e realtà quotidiana, la creatività per me è la capacità che ognuno di noi può avere nella ricerca di nuove idee dal passato, di dar vita a qualcosa tramite il reale o il fantastico, allo stesso modo.

Riesci a dare pieno sfogo alla creatività con la fotografia di moda?
Non sempre! Molte volte la ricerca e l’aspettativa commerciale del committente si scontra con la creatività e la voglia di osare. Credo però sia la vera forza di un ottimo fotografo di moda, poter mediare tra le parti ed essere creativo allo stesso modo centrando l’obiettivo richiesto. La soddisfazione di un committente ripaga la fatica della suddetta mediazione. Mi riservo degli spazi durante l’anno, in cui scattare a mio piacimento e sperimentare ciò che la mia creatività richiede in quel momento. Credo infine che a volte una buona dose di controllo della propria creatività può regalare la chiave vincente per nuovi punti di vista lavorativi.

Quale lavoro ricordi con maggior piacere?
Un editoriale scattato a Venezia un anno fa, dal nome LOVEnice, con un team di grandissimi profes­sionisti, una modella che per bellezza e professionalità ha rappresentato al meglio il nostro mood e concept. Vi fu un inizio disastroso dal punto di vista logistico, problemi durante la trasferta e acquazzoni che ci hanno bagnato tutti i capi e l’attrezzatura e reso impossibile lo shooting per molte ore. Dal giorno seguente, tuttavia, si trasformò in un lavoro ben fatto, che ci regalò soddisfazioni internazionali e tanti sorrisi e ricordi indelebili per tutti coloro che parteciparono.

Ci descrivi il tuo workflow tipico, dal concept alla post-produzione?
Sono una persona maniacale sulla fase lavorativa. Ho creato un team affiatato col quale collaboro da circa tre anni. Inizio con una serie di riunioni per definire il mood fotografico, quello degli outfit, degli accessori, makeup, ecc. e, in seguito, preparo dei documenti che descrivono lunghezze abiti, tipologia tessuto ed eventuali capi modificabili in fase scatto. Infine, creo sempre un piano lavoro per avere tempi e limiti di riferimento.
Durante lo shooting seguo assolutamente ogni singolo passaggio pianificato e fornisco indicazioni dettagliate alla modella. Nella post-produzione procedo per fasi di perfezionamento successive, partendo dalla selezione e un primo sviluppo per poi passare alle correzioni e rifiniture in Photoshop.

Quali schemi di illuminazione usi più spesso?
In esterna adoro miscelare luce naturale e flash e scattare fronte luce, contrastando il tutto con flash su modella e location. Dove posso, ricerco il flare che si viene a creare opponendo alla fonte di luce dura parecchia potenza. In studio o interni utilizzo molto la luce flash e tantissimi schemi luce che prevedono quasi sempre dai 3 ai 4 flash. Mi piace sperimentare anche con macchine del fumo, vicino a finestre o porte, ricreando ed esaltando i raggi di luce naturale che entrano da quest’ultime.

Le tue foto sono spesso scattate nelle città e frequentemente sullo sfondo sono presenti elementi architettonici che valorizzano ulteriormente la composizione e i tuoi soggetti. In base a quali criteri scegli le location e, in generale, gli sfondi?
Credo che alla base della scelta ci sia il mio amore per la storia dell’arte in generale. In secondo luogo, mi piace la sfida di rappresentare al meglio un singolo abito davanti a tanta bellezza architettonica presente nel nostro Paese.
Adoro potere inserire l’alta moda accanto a riferimenti iconici per storia e monumentalità, mi piace accostarli per provare a dar loro lo stesso significato ed importanza.

Che ruolo hanno internet e i social media per promuovere il tuo lavoro?
Un ruolo importantissimo. Ormai i social sono un canale fondamentale per veicolare il proprio lavoro. Instagram, Pinterest, Facebook e, non per ultimo come importanza, il proprio sito internet rappresentano la grande vetrina per ingaggi e a volte grandi svolte. A tutto ciò sicuramente deve essere affiancata un’ottima propensione al confronto mediante eventi, sfilate ed incontri con chi fa parte del fashion system. Credo più nelle recensioni dei grandi nomi sui social che i semplici “like”.

Che futuro intravedi per la fotografia di moda, come evolverà secondo te?
Credo che la qualità dei lavori prodotti ultimamente dai grandi nomi e magazine sia cresciuta in maniera esponenziale, sono passati a un livello superiore. Da diverso tempo noto una fortissima presenza della grafica nelle pubblicazioni di alto livello, disegni e texture si insinuano nella fotografia dando nuove visioni e una freschezza che a me piace davvero molto.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Sono tantissimi: sviluppare la Masterclass di fotografia di moda e styling, presso l’accademia internazionale di Moda Cordella, a Lecce; continuare un nuovo format sul lavoro in team e le potenzialità che questo offre, con il nome di Style Lab; accrescere le mie esperienze editoriali in giro per il mondo, nelle più belle capitali; e infine dei lavori importanti di fashion advertising per i prossimi mesi.

LEGGI L’INTERVISTA COMPLETA SUL N. 11/2017 DI RIMLIGHT MODELS & PHOTOGRAPHERS MAGAZINE handright-22