Intervista a Nima Benati: giovane talento e fenomeno mediatico


di Nicolò Occhipinti

Giovanissima ma con talento da vendere, Nima Benati racconta a Rimlight le principali tappe della sua carriera che l’hanno portata ad affermarsi così rapidamente nel mercato della fotografia di moda.

A soli 24 anni hai già ottenuto importanti copertine e hai lavorato per prestigiosi brand. Quali sono i caratteri distintivi delle tue immagini che ti hanno consentito di ottenere questo successo?
Penso che il merito vada alla ricerca della “bellezza”. Nel mio lavoro sono alla continua ricerca della perfezione e quando fotografo le modelle, le ragazze e le donne che chiedono un servizio fotografico, ricevo da loro un feedback positivo: nelle mie foto si piacciono. Penso sia questa la chiave della mia fortuna, le persone sono felici di come si vedono rappresentate dalle mie fotografie, probabilmente ambendo a voler essere cosi nella vita reale di tutti i giorni.

Quando hai cominciato ad avvicinarti alla fotografia?
Fin da bambina sono stata attratta dalle riviste patinate. Mi innamoravo dei vestiti, dei colori, delle luci, dei gioielli, delle modelle, delle espressioni sui loro visi, di tutto ciò che per me incarna la bellezza. Ma solo cinque anni fa ho scoperto come potevo catturare tutto quel mondo fantastico e farlo mio, costruire la mia realtà da zero. Per gioco ho iniziato a scattare delle foto alla mia migliore amica con una Nikon D40 e, grazie a Facebook, ho iniziato a ricevere decine di richieste per scattare con persone sconosciute. Un anno dopo ho aperto il mio studio fotografico… ed eccomi qui oggi, a sognare di vedere una mia foto su quelle riviste che guardavo con tanta ammirazione.

Sei autodidatta o hai frequentato scuole specifiche? Come hai sviluppato la tua tecnica?
No, non ho mai studiato fotografia, il mio percorso professionale deriva dalla mia passione. Ho imparato per “prove ed errori”, con tanti tentativi e correzioni in itinere fino a che raggiungevo il risultato che mi ero prefissata, giorno dopo giorno con tanta caparbietà. Ogni giorno dedico 12 ore al mio lavoro, a volte di più. Probabilmente dovrei essere molto più capace di quel che sono, ma senza una guida, apprendere è un processo lentissimo!

Come fai a trovare sempre nuove idee, da dove trai ispirazione?
Mi sono accorta che penso sempre a tutto ciò che mi circonda attraverso il velo della fotografia. Guardo immagini, leggo libri, ascolto musica, compro riviste di moda, incontro persone, passeggio per strada. Mi lascio ispirare da tutto ciò che mi circonda, per cercare di variare sempre ed evolvermi, perché mi sento soffocare e mi perdo quando non ho la brillante sensazione di progredire.

Qual è stato il punto di svolta, il momento più importante della tua carriera?
Non ho dubbi perché è ben impresso nella mia memoria, ho toccato il cielo con un dito: è stato quando ho fotografato Gigi Hadid per Maybelline. Quei pochi attimi che ci hanno separati dal nostro incontro mi hanno consentito di crescere professionalmente: è stato enormemente difficile affrontare una situazione imprevista in cui mi avevano dato veramente cinque minuti di orologio per scattare, senza nessuna preparazione sulle luci, sul set e sulla location. Alla fine, con mia grande sorpresa, ho tratto tanta soddisfazione da quell’es­perienza, e ora affronto con più serenità queste “opportunità lampo”. Recentemente, sempre in circostanze fortuite, ho avuto l’onore di immortalare David LaChapelle con Renzo Rosso e Nicola Formichetti in una location londinese. Sono stata chiamata all’ultimo momento per scattare in dieci minuti e altrettanti dieci per post produrre, perché dovevano andare in stampa.

Quali sono i tuoi maestri di riferimento?
Sono da sempre profondamente innamorata professionalmente di Giampaolo Sgura. Ammiro il modo in cui lavora, i ritmi incessanti a cui si sottopone per scattare un giorno a Los Angeles ed un giorno a Tokio, riuscendo sempre a garantire la massima qualità dei lavori. Inoltre, ho sempre adorato Mert & Marcus, Steven Meisel, Mario Testino e Rankin.

Quali schemi di luce e quali obiettivi usi più frequentemente?
Utilizzo la Canon 5DS con un 24-70 Per quanto riguarda l’illuminazione, quando è possibile utilizzo Profoto con tutti gli accessori legati al mondo della fotografia.
Tendenzialmente il mio kit base comprende tre monotorce profoto, un softbox o un octa e in base alla luce che voglio ottenere un beauty dish argentato o la semplice luce riflessa sui pannelli di varie misure.

Quale aspetto del workflow fotografico ritieni più importante per il risultato finale?
Sinceramente penso che l’aspetto più importante sia un team affiatato, composto da validi professionisti che operano nel trucco, parrucco e styling, modelle e modelli, che creano sinergie per rappresentare al meglio ciò che il committente vuole trasmettere.
Quando inizio a lavorare, ho ben precisi i miei obiettivi e opero con una certa testardaggine per raggiungerli. Altra cosa che ritengo importante è il ritmo. Quando lavoro non amo le pause, vorrei che tutti fossero instancabili per stare al passo con le idee che mi vengono continuamente in mente. Mi rendo conto solo la sera quanto tutto ciò sia faticoso: non bevo, non mangio e saltello da una scena all’altra con la mia macchina da tre chili in mano.

Hai un successo strepitoso sui social. Su Instagram puoi vantare addirittura oltre 389.000 follower e su Facebook oltre 200.000 fan! Come hai ottenuto questi risultati e in quanto tempo?
Sarò banale o deludente ma non ho mai scritto qualcosa sui social con lo scopo di diventare famosa ma semplicemente perché ho desiderio di condividere qualsiasi cosa mi succeda. Sono una persona estremamente insicura, timida e spaventata dal mondo, ma invece di rispondere a questo malessere, chiudendomi in me stessa, ho questa strana reazione di aprirmi agli altri apparendo audace ed esibizionista!

Ti occupi personalmente tu della comunicazione online e quanto tempo ti impegna?
Ho sempre fatto tutto da sola anche se mi sto rendendo conto di aver bisogno di una persona a cui affidarmi. La parte social è quella più importante, il mio veicolo principale di pubblicità e direi che mi impegna il 75% della giornata.

Quale strumento di comunicazione ti ha consentito di ottenere maggiori risultati per il tuo lavoro?
Instagram sicuramente! Credo che la mia popolarità sul web sia una conseguenza della mia esperienza nel mondo della fotografia e della moda. Forse non si era mai vista una ragazza così giovane appassionarsi con tanta dedizione a un lavoro simile e perciò credo di aver suscitato curiosità nelle persone: Credo sia un pò come un piccolo ‘Truman show’, le persone possono vedere in tempo reale quale direzione prende la mia vita e il lavoro, i miglioramenti e gli ‘scivoloni’.

Sei la dimostrazione pratica che, anche in un mercato così competitivo come quello della fotografia di moda, si può ancora emergere e distinguersi. Quali aspetti consiglieresti di curare maggiormente a chi volesse intraprendere la tua carriera?
Il mio personale consiglio è sempre quello di scattare tantissimo perché è così che si migliora; più si lavora, più foto girano fra gli amici e sui social, promuovendo così il proprio nome.

Prossimi traguardi?
La risposta a questa domanda è sempre la stessa da anni: scattare la copertina di Vogue. Ciò che non dico mai è che quella copertina non è solo una fotografia: significa viaggiare in tutto il mondo, conoscere personalità geniali, respirare arte, vivere con passione, vivere cercando giornalmente una crescita personale.
Traguardo più vicino invece potrebbe essere la nascita di una nuova collaborazione che spero lasci tutti senza fiato, me compresa.

LEGGI L’INTERVISTA COMPLETA SUL N. 11/2017 DI RIMLIGHT MODELS & PHOTOGRAPHERS MAGAZINE handright-22