Manuela Kalì: una Miss dietro all’obiettivo


di Nicolò Occhipinti

Da Miss Italia a fotografa di moda. Intervista a una professionista e artista di successo che rivela nelle sue immagini il suo mondo interiore.

 

Quando hai cominciato a fare della tua fotografia la tua professione?
Sono un’appassionata di fumetti: avendo sempre avuto uno spiccato senso per l’arte e il disegno, ho iniziato a frequentare la scuola del fumetto a Milano e successivamente la Scuola Internazionale di Comics a Roma. Pensavo che nulla potesse appassionarmi di più del disegno, fino a quando è arrivata una reflex in regalo. Ho iniziato tardi in realtà, esattamente verso la fine del 2009. Amavo fotografare le mie amiche, renderle più belle per poi regalare loro le foto. Poi il gioco si è fatto più interessante quando le chiamavo apposta per venire a posare, così le truccavo, le mettevo in posa con i miei vestiti e creavo dei veri e propri set fotografici. Da un certo punto in poi sempre più amiche volevano farsi fotografare. Allora ho capito che forse poteva diventare un lavoro vero e proprio, così ho preso tutte le mie foto e le ho portate in un’agenzia di moda e con i complimenti dell’agenzia ho iniziato a fotografare delle modelle vere. Questa cosa mi entusiasmava, più la sfida era grande e più l’idea di crescere professionalmente mi appagava, fino a quando ho capito che quello che provavo dentro verso questa passione era la cosa giusta per me, per farne una professione reale.

Come hai sviluppato il tuo stile e la tua tecnica?
Ho sempre avuto un’indole un po’ cupa, anche nel disegno e nelle preferenze di immagine in generale. Non amo le immagini troppo forti: le uniche che mi diverte guardare e mi affascinano sono le foto di David LaChapelle, ma anche in lui trovo comunque un lato un po’ “creepy” e malinconico seppur molto colorato ed estremo. Per il resto è tutto istinto, ma sempre in base a chi mi trovo davanti. La tecnica è venuta con la pratica. Non ho mai frequentato nessuna scuola di fotografia, sono un’autodidatta nel vero senso della parola. Sono curiosa e mi piace scoprire le cose da sola.

La fotografia di moda è stata una tua scelta da subito o un’opportunità che si è presentata nel tempo?
È stata immediata nel momento in cui ho deciso che sarebbe diventata una professione. La moda è affascinante e ancora di più è averne una personale visione. Questo mi diverte, mi fa stare al passo con i tempi, mi fa capire cosa mi piace e cosa non mi piace. Amo l’eleganza, pur essendo una persona molto pratica nel vestire e nel modo di essere, e forse è proprio questa praticità che mi spinge a voler rappresentare in foto quello che io abitualmente non faccio e non sono, ma che so riconoscere e apprezzare.

Ci fai immergere per un momento nel tuo flusso di pensieri che anticipa la creazione di uno shooting?
Il primo pensiero è il mood: a seconda della storia che voglio raccontare, cerco di capire cosa mi piace e cosa no, quindi individuo un luogo nella mia mente in cui ambientare lo shooting; poi penso a che tipo di donna possa rappresentare al meglio il lavoro. Da quel punto in poi passo alla scelta del team, che è importante, perché capire quale possa essere il team di makeup artist, stylist e hair stylist determina fortemente il carattere che si vuole dare alle foto.
Per quanto riguarda il flusso di pensieri, capita spesso che la sera, prima di addormentarmi, chiuda gli occhi e passi in rassegna con la mente delle immagini, tenendo per me quelle che mi scaldano di più. Crearle dentro di noi per poi realizzarle è una delle cose più difficili e belle che si possano fare.

È così che trovi quindi l’ispirazione per i tuoi lavori?
L’ispirazione si trova inconsapevolmente in tutto quello che guardiamo e spesso non vediamo, che possa essere un libro, un’imma­gine quotidiana, un film, un videoclip: tutto questo aiuta la mente a formare delle selezioni che poi andranno ad influire fortemente sulla nostra ispirazione. Di solito non mi preparo troppo, lo trovo snervante. Quando ho ben chiaro quello che devo fare sono a posto, poi non ci penso più fino a quando non devo scattare.

continua…

LEGGI L’INTERVISTA COMPLETA SUL N. 7/2016 DI RIMLIGHT MODELS & PHOTOGRAPHERS MAGAZINE handright-22